Il taglio dei fondi all’agricoltura italiana ed europea che la Commissione Von der Leyen vorrebbe imporre trova fortemente contraria la maggioranza degli italiani, segno di una sensibilità ormai radicata che vede nell’attività agricola un settore da promuovere e valorizzare, non da penalizzare. Il 70% dei cittadini si dichiara contrario alla maxi sforbiciata al bilancio agricolo, a conferma di una social reputation in crescita, secondo l’analisi Coldiretti/Censis presentata al XXIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, a Roma, alla vigilia della Giornata mondiale dell’Alimentazione che si celebra il 16 ottobre. Il 78% degli italiani considera l’agricoltura la migliore difesa contro il cambiamento climatico, mentre per il 73% rappresenta anche un’opportunità per i giovani. La presenza diffusa delle imprese agricole rafforza i territori, prevenendo in modo efficace e sostenibile gli effetti degli eventi climatici estremi. Un patrimonio che la scelta della Commissione Ue di ridurre il budget agricolo mette a rischio.
Non è un ritorno nostalgico al passato, ma la consapevolezza che valorizzare le tipicità locali e le filiere territoriali del cibo genera sviluppo, occupazione di qualità e sostenibilità, oltre che garanzia di salute - commenta il Presidente regionale Coldiretti Abano Agabiti, che ha partecipato al Forum insieme ad una delegazione dall’Umbria. La riduzione degli investimenti in agricoltura - spiega Agabiti - avrà un impatto anche sulla salute dei cittadini, poiché il calo della produzione agricola Made in Europe costringerà ad aumentare le importazioni dagli altri Paesi, dove non vengono rispettate le stesse regole in fatto di sicurezza alimentare e sostenibilità, oltre che di rispetto dei diritti dei lavoratori. Affronteremo con determinazione i prossimi mesi, chiedendo un’inversione di rotta attraverso l’azione degli Stati membri e del Parlamento europeo, per dare ai nostri imprenditori agricoli opportunità e traiettorie di futuro.
Non possiamo permettere una riduzione della Pac - ribadisce Mario Rossi, Direttore Coldiretti Umbria. Ciò significherebbe minare il lavoro di presidio del territorio di tante imprese agricole che assicurano occupazione e identità locale del cibo. Tagliare le risorse oggi vuol dire compromettere il futuro delle nostre campagne, mettere a rischio la capacità produttiva nazionale e regionale. La nostra agricoltura rappresenta un baluardo di qualità, sicurezza e sostenibilità, che la politica comunitaria deve sostenere e non penalizzare. Serve una strategia europea che riconosca il valore centrale dell’agricoltore per l’economia e per la comunità, garantendo continuità e certezze agli operatori del settore.