23 Ottobre 2025
“NEI MERCATI CAMPAGNA AMICA: TRA TRADIZIONE, GUSTO E COMUNITÀ”. Ne parliamo con il Presidente del Mercato Contadino Perugia Campagna Amica Adriano Birelli, con Emanuele Palazzetti Presidente del Mercato coperto di Campagna Amica di Ponte San Giovanni e con il Direttore Coldiretti Umbria Mario Rossi.
  • I Mercati Campagna Amica non sono solo luoghi di vendita, ma veri e propri spazi di incontro. Cosa rappresenta per voi questa dimensione di aggregazione?

Adriano Birelli:
Il nostro Mercato Contadino di Madonna Alta è ormai un punto di riferimento per tante famiglie perugine. Oltre alla spesa genuina, qui si trovano occasioni per incontrarsi e condividere esperienze legate alla stagionalità delle produzioni e alla cultura contadina. Iniziative come “Una settimana da paura… al Mercato!” del 28 e 31 ottobre nascono proprio con questo spirito: creare momenti di comunità, dove grandi e piccoli riscoprono il valore dello stare insieme, della manualità e del cibo sano.

Emanuele Palazzetti:
Anche a Ponte San Giovanni vogliamo che il Mercato Coperto sia una “piazza del buono”, dove si coltivano relazioni e conoscenza. L’appuntamento del 24 ottobre con l’intaglio della zucca insieme ad uno scultore di frutta, rappresenta un’occasione per avvicinare le famiglie al mondo agricolo in modo creativo e divertente, mentre la merenda con pane e olio nuovo riporta tutti alla semplicità dei sapori autentici.

Mario Rossi:
Questa è l’essenza dei Mercati di Campagna Amica: non solo luoghi di vendita, ma spazi vivi di socialità, educazione e identità. Sono un presidio di comunità, dove si costruiscono relazioni tra chi produce e chi consuma, restituendo valore alla filiera agricola e al territorio. In un’epoca di consumi frettolosi e distanti, i nostri mercati rappresentano un ritorno alla genuinità e alla fiducia reciproca.

 

  • L’Halloween contadino sembra unire tradizione rurale e creatività moderna. Che valore educativo hanno queste attività?

Adriano Birelli:
Nei nostri laboratori - dall’intaglio della zucca a “assaggetto o scherzetto”, fino alle “letture da paura” e a “dipingi mostruosamente bella la tua candela” - c’è sempre un messaggio: conoscere giocando. I bambini imparano che si può festeggiare anche con semplicità e genuinità, valorizzando i prodotti del territorio e la fantasia. È una piccola ma significativa forma di educazione alimentare.

Emanuele Palazzetti:
C’è un grande valore pedagogico nel far toccare con mano ai bambini i prodotti della terra. Intagliare una zucca locale o assaggiare l’olio nuovo significa capire da dove viene il cibo e quanto lavoro c’è dietro. È un modo per educare al rispetto del cibo, all’importanza della stagionalità e alla filiera corta.

Mario Rossi:
Il valore educativo di queste iniziative è rilevante. Insegnano ai più piccoli, e spesso anche agli adulti, che il cibo ha una storia, un’origine e un legame profondo con la terra e con chi la lavora. La Campagna Amica è anche questo: un grande progetto culturale che promuove la consapevolezza alimentare e ambientale attraverso esperienze dirette, inclusive e divertenti.

 

  • Oltre all’aspetto ludico ed educativo, qual è il ruolo economico di queste iniziative per i produttori e per il territorio?

Adriano Birelli:
Ogni evento consente di avvicinare ai nostri mercati nuove famiglie, nuovi consumatori consapevoli. Questo significa promuovere l’acquisto diretto, sostenere l’economia agricola locale e garantire un reddito più giusto ai produttori. È una filiera che fa bene a tutti: ai contadini, ai cittadini e al territorio.

Emanuele Palazzetti:
Le attività di animazione sono anche strumenti di promozione dei mercati. Riusciamo così a far conoscere la qualità dei nostri prodotti e la serietà dei nostri agricoltori. Dietro ogni merenda o laboratorio c’è un messaggio forte: la spesa qui non è solo conveniente, è un atto di fiducia e di sostenibilità.

Mario Rossi:
L’impatto economico è concreto: rafforza la filiera corta e consolida il legame tra produttori e consumatori. Ma ciò che rende unici i Mercati di Campagna Amica, luoghi leader del cibo locale, è che l’aspetto economico si intreccia con quello sociale ed educativo. Ogni iniziativa contribuisce a creare un’economia territoriale sostenibile, dove il valore del lavoro agricolo è riconosciuto e condiviso. Ci aspettiamo mercati vivi e partecipati, pieni di voci e di entusiasmo. Queste giornate sono un modo per far conoscere il volto più umano e accogliente dell’agricoltura umbra: una comunità che produce, educa e si prende cura del proprio territorio.

 

  • Oggi l’agricoltore quindi non è solo produttore di cibo, ma anche portatore di cultura e di educazione alimentare. Quanto è importante questo ruolo pedagogico?

Adriano Birelli:
È fondamentale. L’agricoltore oggi è un testimone del territorio e dei suoi saperi, un educatore naturale che insegna con l’esempio. Far conoscere come nasce un prodotto, raccontare il rispetto per la terra e per i ritmi naturali, significa formare giovani e cittadini più consapevoli. È un compito che ci prendiamo con orgoglio.

Emanuele Palazzetti:
Chi coltiva la terra custodisce un sapere antico che deve essere trasmesso, soprattutto ai più giovani. Ogni volta che un bambino partecipa a un laboratorio o un genitore ascolta un racconto di campagna, si costruisce un ponte tra generazioni. L’agricoltore, oggi, è anche un educatore civico. Vogliamo che i bambini e le famiglie tornino a casa con un ricordo bello e genuino, e magari con una maggiore attenzione a ciò che portano in tavola.

Mario Rossi:
L’agricoltore contemporaneo è un attore economico, sociale e culturale. Attraverso i mercati e le iniziative di Campagna Amica, contribuisce a diffondere conoscenza, rispetto per l’ambiente e responsabilità alimentare. È un ruolo che Coldiretti sostiene e valorizza, perché educare al cibo significa educare alla vita.

 

  • In una frase, cosa rappresentano per voi i Mercati Campagna Amica?

Adriano Birelli:
Sono il cuore pulsante della filiera agricola, dove la campagna incontra la città.

Emanuele Palazzetti:
Sono il luogo dove il cibo torna ad avere un volto, un nome e una storia da raccontare.

Mario Rossi:
Un modello di sviluppo sostenibile sul piano economico, ambientale e sociale, che ricostruisce il legame tra il cibo e le persone.